Restauro delle sale interne del Campanile di Giotto

Opera di Santa Maria del Fiore
estia-logo-nero

Benvenuti al campanile di Giotto, un capolavoro architettonico che testimonia secoli di storia e arte. Attualmente, stiamo restaurando due sale storiche situate al primo e secondo livello della torre, un progetto che segna la conclusione dell’opera iniziata da Giotto e proseguita dal Pisano, fino agli interventi di Talenti con le sue imponenti terrazze superiori.

Questo restauro non è solo un atto di conservazione, ma anche un passo verso la valorizzazione di questi spazi unici. L’obiettivo dell’Opera di Santa Maria del Fiore è trasformare queste sale in aree accessibili e coinvolgenti per i visitatori, integrandole nel percorso didattico e culturale del Campanile.

Il Campanile

Il Campanile di Giotto rappresenta uno degli esempi più significativi dell’architettura gotica fiorentina del XIV secolo. La sua costruzione ebbe inizio nel 1334, su progetto dello stesso Giotto, ma venne completata solo nel 1359, sotto la guida prima di Andrea Pisano e successivamente di Francesco Talenti. Quest’ultimo apportò delle modifiche al progetto originale, trasformando la sommità in un elegante coronamento a terrazza.

Purtroppo, Giotto non vide la realizzazione completa del campanile prima della sua morte nel 1337; riuscì solo a vedere il maestoso ciclo figurativo che adorna la base del campanile fino all’altezza delle formelle esagonali. Il lavoro fu poi portato avanti da Andrea Pisano, con la collaborazione di Luca della Robbia e Alberto Arnoldi, che contribuirono alle decorazioni esterne.

Nel secondo piano, Andrea Pisano sostituì sedici bassorilievi con nicchie destinate a contenere figure di Re, Sibille, Patriarchi e Profeti. Queste statue furono in seguito realizzate anche da artisti come Nanni di Banco e Donatello. Le sculture originali sono oggi conservate nel Museo dell’Opera del Duomo.

Durante la costruzione, i lavori furono interrotti dal 1348 al 1350 a causa della peste nera, ma finalmente furono portati a termine nel 1359 grazie all’opera di Francesco Talenti. Quest’ultimo aggiunse i grandi finestroni nei livelli superiori, conferendo all’edificio un’elegante estetica gotica, pur mantenendo l’impostazione classica complessiva. Il campanile ospita anche una terrazza panoramica a cui si accede attraverso circa 400 scalini, che sostituì la cuspide piramidale originariamente prevista da Giotto.

Questo campanile presenta una base quadrata di circa 15 metri per lato e un’altezza di circa 85 metri, completamente rivestita di marmi bianchi, rossi e verdi, decorati con motivi geometrici e vegetali. Lo storico dell’arte e Direttore del Museo dell’Opera del Duomo, Monsignor Tymothy Verdon, ha descritto questa opera come “un poema in marmo bianco di Carrara, rosso di San Giusto a Monte Rantali e verde del Monte Ferrato.”

Il campanile ospita dodici campane, di cui le cinque più antiche non sono più in uso, mentre le altre sette sono utilizzate per scopi liturgici.

Stato di conservazione

La torre campanaria presenta due sale, poste al primo e secondo livello, chiuse e non accessibili al pubblico. È in corrispondenza di questi livelli che si interrompe il progetto di Pisano, avviato da Giotto e che prende avvio la fabbrica talentiana, caratterizzata dalle grandi terrazze.

Sotto il profilo conservativo, le pareti delle stanze, in muratura faccia vista di pietra forte, risultano in discrete condizioni, senza manifestare fenomeni di degrado particolarmente rilevanti. In generale, vi è un deposito superficiale diffuso sul paramento, gli elementi lapidei e sulle parti a intonaco delle volte che determina la necessità di una pulitura generalizzata, di una revisione dei giunti e di un consolidamento delle parti decoese o esfoliate.

Attenzione dovrà essere dedicata alla pulitura della pavimentazione, anch’essa realizzata in pietra arenaria.

Gli ambienti, che sono stati utilizzati, nel corso degli anni, come deposito di oggetti di varia natura, si presentano ora liberi da materiali vari.

Al secondo livello è in essere un ponteggio a norma utilizzabile per l’intervento di pulitura e consolidamento delle pareti. In corrispondenza della volta è presente una platea per l’intervento di revisione e stuccatura delle costolature in pietra forte (le parti a intonaco della volta sono state già restaurate a cura del personale dell’Opera SMF).

Una volta completato l’intervento alle pareti e alla volta dell’ambiente superiore verrà montato il ponteggio nella stanza al primo livello per l’intervento completo di pulitura, stuccatura, revisione e consolidamento.

L'intervento

La prima fase di intervento riguarda il controllo statico degli elementi in pietra presenti all’interno di queste stanze, assicurando che siano stabili e ben fissati alle pareti, garantendo così la sicurezza delle strutture.

Parallelamente, abbiamo avviato il processo di pulitura delle superfici interne. Con l’uso di spazzole a setole morbide, stiamo rimuovendo con delicatezza il deposito accumulato nel corso degli anni. Successivamente, effettueremo un lavaggio delle pareti con acqua demineralizzata. Durante questa fase, rimuoveremo anche vecchie stuccature antiestetiche e croste scure.

Per prevenire il distacco di pezzi di pietra e rafforzare le superfici all’interno di queste stanze, stiamo applicando un prodotto speciale a base di silicato di litio.

Nel processo di stuccatura e integrazione, ci concentreremo su parti danneggiate o mancanti, utilizzando materiali compatibili. Stucceremo le fessure per ottenere una finitura uniforme e lavoreremo per ripristinare le porzioni di muratura che sono state modificate per l’installazione di impianti, garantendo al contempo la loro ispezionabilità.

Nel corso del progetto, garantiremo un raccordo cromatico uniforme delle superfici interne attraverso l’applicazione di velature con colori a base di pigmenti minerali puri, per mantenere intatto l’aspetto delle stanze del Campanile.

Il cantiere

operaduomo
estia-logo-nero